Claudio Bechi
Chitarra Elettrica
Più che un essere umano nel senso tecnico della parola, è un chitarrista. Che nell’universo di chi scrive è qualcosa di più, di non solo e di oltre. Evoluzione della specie, homo liuticus per eccellenza, Re Mida della ritmica, quello che tocca, quando sono corde, si trasforma in metallo prezioso. E più le dette vicende sono tese, meglio le saprà far vibrare. Non c’è tensione che non sappia armonizzare, dissonanza che non sappia accordare, un vero uomo squadra (va beh, diciamo uomo-righello), letteralmente ossessionato che anche una sola corda possa uscire dall’armonia comune. È capace di ri-accordare la chitarra anche 40 volte durante un concerto, fino a tre volte all’interno d uno stesso brano, una vera ossessione che fa di lui un punto di riferimento costante (pausa birra, c’è Claudio che accorda).
Elemento di perseverante eleganza anche laddove il perseverare è diabolico, fine e mai appagato esteta, se un giorno il cielo fosse in una stanza che almeno si intoni alle pareti, e se il diavolo veste Prada suggeriamo almeno uno spezzato con sfumature nero-fumè.
È il teorico della perfettibilità insoddisfabile: fosse per lui, starebbero ancora provando il primo pezzo (da alcuni lustri), sì però il tiro non viene proprio bene, e questo rivolto insomma non mi convince, riproviamo, può venire meglio. Vent’anni fa compose un brano ma si fermò al primo accordo, che ancora sta perfezionando, un sol maggiore al quale si sono molto affezionati tutti e che ormai è la mascotte del gruppo col nome di Tommasino. È stato depositato alla Siae col titolo Tommasino in Sol Maggiore.
Il suo virtuosismo funambolico eccelle peraltro nel flamenco, introducendo nel sound della Banda a Vapore contaminazioni iberiche e mozarabiche di grande efficacia. Peccato che non ci sia nessun flamenco nel repertorio della banda e che non si capisca perché si ostini a suonarlo. Ha provato a convincere il batterista a suonare le nacchere, ma con scarso successo. Nella sua carriera si annoverano anche notevoli esperienze come cantante. Mirabili sono le sue interpretazioni one-man-band del maraschiano Wanda: “Te la intoppai con una minigonna”, eseguito in tour dal 2002 al 2008 mietendo ovunque grandi consensi di critica e di pubblico (di critiche soprattutto), che lo hanno indotto nel tempo a specializzarsi in questo popolare repertorio (le minigonne, non Marasco!).